PORTFOLIO

ElisaDonki copy e consulente marketing & comunicazione

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    WHOPPENHEIMER

    Quanto conta il copy in una campagna pubblicitaria? Tanto! Ma proprio tanto! Così tanto da riuscire, con una sola parola, a tenere un’intera campagna! Tuttavia questa campagna, realizzata da Rahul Venugopal, è stata pubblicata su Ads of the World nel Luglio del 2023 ma non ha mai fatto parte di una campagna pubblicitaria ufficiale di…

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    Desiderio o bisogno?

    Vendiamo prodotti o desideri? Le buone storie di marketing come devono essere strutturare? Protagonista, problema, promessa e morale capiamo insieme da dove cominciare

  • Che lusso! Tutto grazie alla comunicazione…

    Che lusso! Tutto grazie alla comunicazione…

    La comunicazione è così importante da rendere un brand ordinario un brand di lusso anche se la produzione rimane invariata, basta saper vendere altro oltre la qualità dell’oggetto

  • Elevetor pitch

    Elevetor pitch

    L’elevetor pitch è un’ipotesi di scenario in cui, trovandoci in un ascensore con un ipotetico investitore o cliente, abbiamo pochi piani a disposizione per convincerlo della validità della nostra idea.Piani e tempo scorrono velocemente e il nostro obiettivo non è solo far emergere la unique value proposition ma anche lasciare un segno nella memoria del…

  • Domande che come copy mi pongo di fronte ad una nuova campagna pubblicitaria

    Domande che come copy mi pongo di fronte ad una nuova campagna pubblicitaria

    Ad oggi le domande che mi faccio ogni volta che devo analizzare un brand e studiare la relativa comunicazione sono 37 e le trovi tutte nell’articolo.

  • Come dare un feedback onesto senza risultare inopportuni

    Come dare un feedback onesto senza risultare inopportuni

    Il feedback per avere ragione di essere deve essere tempestivo e specifico, fatto di osservazioni dirette che si riferiscono ad un episodio specifico. Un feedback dal contenuto generico su una situazione ipotetica o che non si riferisce espressamente ad un evento, crea solo confusione.Il feedback non si legge tra le righe. Tuttavia, dover essere diretti…

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@ElisaDonki

Come tutto é iniziato…

Tesi, antitesi e sintesi.

Tre parole, un concetto enorme, il mio stile di vita.

Per ogni decisione presa o che devo prendere alla base c’è sempre un’analisi veloce e schietta della realtà dei fatti, di come potrebbe essere nella peggiore e nella migliore delle ipotesi, poi la parte più importante, faticosa e avvincente: trovare la soluzione.

Conosci il problema, trova la soluzione.

In questo modo funziona la mia mente di fronte alla realtà e così cerco di riportarla nei mie pezzi e nelle mie fotografie.

Dopo il diploma, nel 2001 ho scelto la scuola interpreti e traduttori, una scuola di alta formazione professionale dove l’obiettivo finale è saper parlare almeno altre due lingue come la lingua madre.

Quello che questa scuola richiede è una velocità di elaborazione concettuale e mentale seconda solo all’intelligenza artificiale e lo sviluppo di un pensiero critico valido che però deve rigorosamente rimanere nascosto. L’interprete impara a leggere la realtà oltre le parole ma ha il dovere di riportare solo quest’ultime e in modo fedele, senza alcuna interpretazione, neanche velata.

Questo percorso di studi, faticoso e a volte frustrante, mi ha insegnato tanto sia a livello umano portandomi a scoprire usi, costumi, tradizioni e culture al di fuori della mia, sia a livello pratico. Puoi tentennare nella lingua straniera, ti è concesso qualche errore grammaticale nella lingua che non è la tua, ma nella tua lingua madre… tolleranza zero!

Io e Clo, la mia compagna di sventura per un lungo triennio, abbiamo capito fin da subito che non ci trovavamo lì per studiare inglese e francese, ma per studiare in maniera impeccabile l’italiano e che Madame C. professoressa di traduzione dal francese all’italiano ci avrebbe ricordato ogni settimana che non c’è margine d’errore nella lingua madre. Quando ci chiese di dichiarare ufficialmente a quale vocabolario di italiano facevamo riferimento per le traduzioni pensavamo fosse uno scherzo, abbiamo ben presto scoperto che ogni volta che traducevamo un termine dal francese all’italiano doveva essere esattamente quello più adeguato perché come ci ha insegnato fin dal primo giorno: se è vero che esistono i sinonimi è vero anche che ogni parola ha la sua proprietà esatta all’interno della frase e del contesto.

Signori e signori si era palesata ai nostri occhi la proprietà di linguaggio.

Il criterio con il quale io e Clo scegliemmo il dizionario fu altamente professionale, io scelsi il De Mauro per la copertina fica, lei perché aveva gli usi linguistici color magenta. Né io né lei oggi siamo delle traduttrici, meno che mai delle interpreti, ma ci lega ancora una grande amicizia, una passione per la politica internazionale, per la cartoleria di alta qualità e per i libri oltre ad un conflitto mai chiuso di UK english versus US english. Ha il difetto di essere mezza texana.

L’ossessione per le fonti accreditate, la proprietà di linguaggio e l’incapacità di leggere un qualsiasi testo, che sia un romanzo, un saggio, un articolo di giornale o un fumetto senza fare analisi testuale e del tono di voce. Strumenti molto utili se si decide di lavorare nel campo dell’editoria…

ElisaDonki

Pubblicista indipendente

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