Classe 1982 nata e cresciuta a Roma, per la precisione ad Ostia, che sarebbe comunque Roma ma se iniziassi con una polemica scoprirei subito gli altarini invece, almeno qui, vorrei cercare di darmi un tono.
Abilitata all’insegnamento fino alle scuole primarie dopo il diploma frequento la scuola superiore per interpreti e traduttori che mi abilita come mediatore linguistico. Mi sono pagata gli studi e i viaggi facendo la maestra nella scuola dell’infanzia, nel 2012 ho conosciuto una collega che ho fin da subito stimato molto, il suo sogno era quello di aprire una scuola dell’infanzia nel nostro quartiere io non ci pensavo proprio.
Avevo altri grilli per la testa, altre ambizioni e poi a me le cose troppo definitive non sono mai andate a genio infatti non ho fatto né tatuaggi, né figli.
In un periodo molto delicato della vita di entrambe ci capita un grande botta di fortuna (in romano renderebbe meglio ma tento ancora di darmi un tono!) e riusciamo, con un investimento accessibile, a rilevare una scuola storica di Ostia. Nasce il 20 novembre 2014 Imparare Giocando srls una scuola dell’infanzia montessoriana che in seguito diventerà anche bilingue. Poche settimane fa abbiamo festeggiato insieme ai nostri vecchi bambini il primo decennale di scuola quindi credo che tutto sommato sia stato un buon investimento.
Lavorare per Imparare Giocando mi ha permesso di continuare ad essere una maestra montessiariana che di fondo è la mia indole indiscussa. Tuttavia, avevamo fatto il salto di qualità, non eravamo più solo maestre ma anche coordinatrice didattica, lei, dirigente scolastico, io.
Avevo già studiato abbastanza grafica e marketing per sapere che serviva un logo e una brand identity ben congegnata. Con gli anni abbiamo perfezionato la nostra immagine e acquisito sempre più competenze manageriali e imprenditoriali. Mi era chiaro che per dare un futuro alla nostra scuola di quartiere che era riuscita a sopravvivere anche al Covid, seppur a caro costo, c’era bisogno di investire nel brand.
Mi è stato insegnato che alla base di ogni cosa c’è prima di tutto lo studio, banalmente, prima la teoria e poi la pratica. Conseguo un master allo IED in brand management e perfeziono le capacità comunicative che avevo già acquisito con la scuola interpreti e traduttori. Capisco che c’è un mondo parallelo della comunicazione che non conoscevo. Io ero chiusa nella bolla di testate nazionali, discorsi ufficiali dei relatori e comunicati stampa, per 15 anni era stato questo il mio pane quotidiano e come ogni bolla che si rispetti ero convinta che tutti si comportassero come me.
Avevo già sperimentato il potenziale di Facebook quando aprii la scuola nel 2014 ma mai avrei pensato che esistesse una professione specifica per la gestione dei canali social. Capisco l’andazzo, il potenziale e soprattutto quanto sono indietro, ci vuole un mega booster! Prendo il master in social media management del Sole 24 ore
ero la boomer della classe anche se, venga messo agli atti, per un paio d’anni di striscio sono dentro alla generazione Millennial.
Capisco che la comunicazione sta cambiando, le persone si informano in modo completamente diverso e per ogni mezzo ci vuole un registro e un tono di voce differente. Mi piace! Lo trovo molto stimolante!
Decido quindi di dare voce al quel mix esplosivo che è nella mia testa dato da tanti idoli: Montanelli, Fallaci, Gruber e Botteri e da una passione che mi accompagna fin dalla terza elementare, la storia.
Questo Minimal Blogger è il mio spazio condiviso con voi dove l’unica promessa è che cercherò al meglio delle mie capacità di informare senza speculare sulla disgrazia del momento e di divulgare senza essere faziosa e citando sempre le fonti.
Ora se avessi studiato bene al master di social management dovrei chiudere con una CTA che richiama ai miei canali social, ma a 40 anni suonati godo ancora troppo a far il bastian contrario!
ElisaDonki
Perché scrivo
Scrivo per dissentire, per dire la mia nel modo più garbato e onesto possibile.
Scrivo perché Martin Luther King mi ha insegnato che esiste una protesta non violenta e civile fatta di parole, piccoli gesti quotidiani e grandi prese di posizione.
Scrivo perché sono donna e non esprimo mai la mia idea solo per me ma anche per tutte le donne che non possono o non lo sanno fare e per tutte le generazioni che nel ruolo che ricopro contribuirò a formare.
Scrivo perché prima di scrivere bisogna leggere e perché per scrivere bene non si ha mail letto abbastanza.
Scrivo perché la mia opinione conta come conta il fatto che la mia firma rimanga indipendente.
Da dove vengo
La tentazione di scrivere IO VENGO DALLA LUNA citando Caparezza è forte ma la realtà è molto meno interessante, sono nata e cresciuta in un quartiere periferico di Roma, Ostia. Un quartiere con una forte personalità che offre grandi opportunità e uno stile di vita che oggi ritengo un lusso. Posso andare a lavoro a piedi attraversando una pineta e la mia scuola dista 5 minuti a piedi dal mare dove c’è un famoso baretto, un’istituzione per noi locals, il Curvone, qui puoi fare un’ottima colazione con cornetti di pasticceria (brioche per chiunque non sia di Roma) e un cappuccino favoloso.
Ostia è il più grande e popoloso quartiere di Roma ed è isolato da tutti gli altri quartieri questo ci fa sentire un pò paesani, ma paesani di lusso, perché abbiamo ben cinque stazioni e almeno una decina di linee autobus. Ci conosciamo tutti ed è più facile mantenere i rapporti anche dopo il lavoro perché a differenza di altri quartieri di Roma non devi mettere in conto ore di traffico e ricerca del parcheggio il che scoraggerebbe anche un adolescente alla prima cotta ad uscire di casa.
Ostia è anche un quartiere problematico, è una periferia da sempre trascurata, se non abbandonata, dal comune di Roma e siamo arrivati a ben tre referendum negli anni per cercare di essere autonomi, ma non siamo mai riusciti neanche a raggiungere il quorum. Il municipio di ostia è stato a lungo commissariato per concussione con la mafia ancora oggi ci sono storiche famiglie mafiose che gestiscono il litorale e la microcriminalità, una realtà ampiamente denunciata dalla giornalista Federica Angeli.
Chi vorrei diventare
Mi sto odiando da sola per aver scelto questo paragrafo ma ormai ci sono e provo a ragionarci su.
Quando qualcosa non mi è chiara comincio dal contrario, quindi, cosa non voglio diventare.
Non voglio diventare una brutta persona, di quelle che si alzano arrabbiate con il mondo, che sono talmente alienate dalla quotidianità e dalle proprie insoddisfazioni che non sanno più sorridere neanche ad un bambino. Non voglio avere la sensazione di aver sprecato il mio tempo o di non avere colto un’opportunità per mancanza di coraggio. Non voglio rimpianti.
Quindi per la legge degli opposti voglio diventare una bella persona, di quelle che se anche hanno enne motivi per avercela con il mondo intero trovano sempre un motivo per sorridere e strappare una risata al prossimo. Voglio essere una persona che da valore al proprio tempo e decide di impiegarlo nel modo migliore e con le persone con le quali ha deciso di condividere la propria vita. Voglio avere il coraggio per cogliere tutte le opportunità, voglio essere pronta per ogni potenziale occasione, voglio vivere studiando in stazione in attesa del treno che, dicono, passi una volta sola. Voglio vivere ogni giorno che Gesù Cristo (o chi per lui) ha fatto in modo pieno nel rispetto di tutti quelli che non hanno potuto o non hanno fatto in tempo a farlo.
Il mio curriculum vitae et studiorum
Liceo classico socio-psico-pedagogico classe 2001 ultima abilitante all’insegnamento fino alle scuole primarie
Laurea triennale in interpretariato e traduzione abilitante alla professione di mediatore linguistico in inglese e francese
Master in brand management presso lo IED di Roma
Master in social media management presso il Sole 24 Ore
Insegnante montessoriana dal 2001
Dirigente scolastico dal 2014
CEO del brand Imparare Giocando dal 2014
Consulente marketing e comunicazione per le aziende dal 2022
Pubblicista e blogger